LA STORIA

Il taekwondo è un’arte marziale coreana e uno sport da combattimento a contatto pieno, nato fra gli anni ’40 e ’50 del ‘900 (nonché sport nazionale in Corea del Sud), basato principalmente sull’uso di tecniche di calcio. Combina tecniche di combattimento volte alla difesa personale e alla pratica agonistica soprattutto come sport olimpico, ma anche come esercizio ed in alcuni casi filosofia e meditazione. Nel 1989 è divenuto l’arte marziale più popolare al mondo in termini di praticanti.

La storia del taekwondo viene ricondotta a due filoni separati, quello delle arti marziali coreane tradizionali ed autoctone e quello delle arti marziali giapponesi importate nel XX secolo dopo l’occupazione antecedente alla prima guerra mondiale.

Le radici della disciplina affonderebbero primariamente nella pratica del Taekkyeon, un tipo di arte marziale praticato in Corea nei periodi antichi, soprattutto per esigenze di autodifesa e per ritualità sportiva, che si focalizzava sull’uso dei calci e che era molto diffuso sia fra la popolazione che fra i guerrieri, soprattutto dopo che venne incorporato e ritualizzato dalla casta guerriera degli hwarang. Reperti pittorici risalenti ai secoli passati mostrano tecniche di calcio molto simili a quelle impiegate dal taekwondo al giorno d’oggi.

Nel 1910 il Giappone occupò la Corea vietando la pratica di ogni arte marziale nativa e ogni aspetto dell’identità culturale coreana venne bandito o soppresso, anche se spesso il taekkyeon continuò ad essere praticato clandestinamente, a volte mascherandolo come una danza. Durante questo periodo per contro vennero importate e imposte massicciamente le discipline giapponesi. Durante l’occupazione, coreani abili nell’apprendere l’arte del combattimento e in grado di ricevere dei gradi in Giappone, vennero introdotti intensivamente alla pratica delle Arti marziali giapponesi. Altri vennero introdotti alle arti marziali nei territori occupati in Cina o in Manciuria (da qui nacque il Soo Bahk Do).

Al termine della seconda guerra mondiale il Giappone, sconfitto, ritira le sue truppe dalla Corea, che torna ad essere libera così come la pratica delle arti marziali. Scuole di arti marziali in Corea (kwan) iniziarono ad aprire influenzate sia da discipline native che esterne. Vi sono differenti punti di vista sulle origini principali delle arti insegnate in queste scuole. Alcuni studiosi ritengono che fossero basate principalmente sulle arti tradizionali coreane, taekkyeon e subak, o che il taekwondo sia derivato da arti marziali coreane native con alcune influenze dalle nazioni vicine. Altri studiosi ritengono tuttavia che le arti insegnate in queste scuole fossero basate quasi interamente sul karate. I soldati statunitensi giunti nel dopoguerra a presidiare la parte meridionale della penisola, che erano già venuti a contatto con il karate, soprattutto ad Okinawa (che era stata trasformata in una base militare americana), definirono gran parte di queste scuole come “karate coreano”; la traduzione in coreano del significato originario della parola karate-do, cioè “via della mano vuota”, è Tang Soo Do e veniva utilizzata sia da alcune scuole di arti marziali presenti nella penisola nella prima metà del secolo come nome generico per il combattimento a mani nude che da maestri successivamente emigrati in occidente per definire la loro disciplina.

Nel 1952, all’apice della Guerra di Corea, ci fu un’esibizione di arti marziali in cui i kwan mostrarono le loro abilità. In una di queste dimostrazioni, Nam Tae Hi ruppe 13 mattonelle con un pugno. In seguito, il presidente sud coreano Syngman Rhee diede istruzioni al generale Choi Hong Hi di introdurre la pratica delle arti marziali nell’addestramento dell’esercito coreano. Verso la metà del decennio, cinque kwan erano saliti alla ribalta. Syngman Rhee ordinò che le varie scuole fossero unificate in un singolo sistema. Il nome “taekwondo” fu proposto sia da Choi Hong Hi (dell’Oh Do Kwan) che da Song Duk Son (dell’Chung Do Kwan), e venne accettato l’11 aprile 1955 come nome dell’arte marziale unificata coreana. Al giorno d’oggi, i nove kwan sono considerati i fondatori del taekwondo, nonostante non tutti usassero il nome. La Korea Taekwondo Association (KTA) venne formata fra il 1959 e il 1961 per facilitare l’unificazione.

Nei primi anni ’60, il taekwondo fece il suo debutto mondiale con l’assegnazione dei titoli di maestri originari del taekwondo a vari paesi. Tentativi di standardizzazione in Corea del Sud non ebbero molto successo, dato che i kwan continuarono ad insegnare stili differenti. Un’altra richiesta dal governo coreano per un’unificazione generale risultò nella formazione dell’Associazione Coreana Tae Soo Do, che cambiò nome in Korea Taekwondo Association nel 1965 dopo un cambio di leadership.

Il 22 marzo 1966 venne fondata da parte del generale Choi Hong Hi la International Taekwondo Federation (ITF), privata ed indipendente. Il 28 maggio 1973, a seguito di insanabili contrasti tra il gen. Choi Hong Hi e il suo vice Kim Un-yong, venne fondata in Corea del Sud la World Taekwondo Federation (WTF) presieduta dallo stesso dott. Kim Un-yong. Nel 1990 il Maestro Park Jung Tae, dopo aver lavorato per la ITF, fondò la Global Taekwondo Federation (GTF). Quest’ultima non ricevette mai alcun finanziamento dai due governi coreani, cosa che avvenne invece per la WTF e la ITF. Dopo la morte del generale Choi, nel 2002, la ITF si frammentò in tre organismi indipendenti, uno che ereditava l’organico storico con a capo il maestro Tran Trieu Quan, uno con a capo il figlio del generale Choi, Jung Hwa ed un altro ancora con a capo Chang Ung, un allenatore di pallacanestro nordcoreano.

Dal 2000, il Taekwondo WTF è diventato uno dei due soli sport da combattimento asiatici incluso nel programma dei giochi olimpici; divenne un evento dimostrativo già nei giochi del 1988 a Seul, ma venne incluso ufficialmente solo con i giochi del 2000 a Sydney. Nel 2010, il taekwondo fu accettato come sport nei Giochi del Commonwealth.

Al 2009, il governo della Corea del Sud ha pubblicato una stima secondo cui il Taekwondo WTF è praticato in 190 paesi, con 70 milioni di praticanti nel mondo.

La Storia del Taekwondo Italiano di Sun Jae Park (10-7-1938 / 28-2-2016), primo Presidente della Federazione Italiana Taekwondo

Gli studiosi ci hanno insegnato che la “Storia” non procede linearmente ma piuttosto per brusche accelerazioni, strappi, momenti di stasi. Insomma non è una “passeggiata”. Anche il Taekwondo non si sottrae a questa norma e sebbene la sua storia in Italia abbia inizio poco più di 45 anni fa, possiamo già distinguere alcune pietre miliari, alcune svolte che ne hanno segnato anche in modo brusco il cammino.

Io ho iniziato a diffondere il Taekwondo nel 1966, quando si formano i primi nuclei di praticanti. Il TKD si espande lentamente ma costantemente, specialmente nell’Italia centro-meridionale, e l’interesse che si crea intorno a questa nuova disciplina suggerisce la creazione della FITKD, Federazione Italiana Taekwondo. La FITKD nasce come affiliata alla I.T.F., un’associazione internazionale di Maestri che aveva iniziato la diffusione del TKD in Europa e negli USA. Pur tra mille difficoltà si va avanti, il TKD comincia a farsi conoscere in Italia e l’Italia, a sua volta, si fa conoscere in campo internazionale. Addirittura sorprendente può essere considerato il risultato ottenuto ai mondiali I.T.F. a Montreal, Canada, nel 1974: gli azzurri dopo le tre prove di forma, combattimento e rotture conquistano un prestigioso 1° posto!

Dopo circa dieci anni ecco il primo strappo di cui parlavo all’inizio, la prima seria svolta. Nel panorama internazionale accanto alla I.T.F. lavora un’altra federazione, la W.T.F., che sembra rappresentare nel modo migliore, sia sul piano dei regolamenti che su quello strutturale, il mondo del Taekwondo. La decisione è sofferta, coraggiosa ma al tempo stesso inevitabile. Quindi, nonostante i legami di amicizia e la buona posizione dell’Italia nella nicchia dell’I.T.F., ho deciso di far entrare la FITKD nella W.T.F., un’organizzazione sostenuta tra l’altro dal governo coreano e che in poco tempo riesce a farsi valere nell’ambito sportivo mondiale ufficiale. E’ il 1975, si va in Corea, al 2° Campionato Mondiale WTF, lasciando per sempre molti regolamenti rassicuranti ma ormai obsoleti e inadatti allo sport. L’uso della corazza, tanto per fare un esempio, sgombra il campo da vecchie e nuove ipocrisie e la trasformazione e il passaggio alla W.T.F. si rivela per tutti noi una salutare doccia fredda. Qualcuno non condivide e preferisce scendere dal carro, ma la FITKD va avanti e i risultati sportivi seguono. Al 2° Campionato Europeo nel 1978 a Monaco gli azzurri salgono per due volte sul podio, conquistando una medaglia d’oro e una d’argento.

Ed eccoci al secondo scossone della nostra adolescenza sportiva: molte cose stanno nuovamente cambiando a livello internazionale, l’importanza che il TKD sta assumendo a livello mondiale fa sì che anche il movimento olimpico si interessi da vicino al nostro sport. Così la WTF, ufficialmente affiliata al GAISF (General Association of International Sport Federations), si appresta ad essere riconosciuta dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale). In questo modo potrà negli anni seguenti avere accesso al prestigioso palcoscenico delle Olimpiadi e, proprio per questo motivo, le singole Federazioni devono trovare un ambito ufficiale nei rispettivi paesi. Anche l’Italia deve sottostare a questa regola e così la FITKD si vede costretta nel 1980 a sciogliere la sua solida ma piccola e privata organizzazione ed entra nella FIKDA che, tramite la Federazione del Judo, risulta essere in quel particolare momento l’unica struttura per le discipline di combattimento ad avere un qualche riconoscimento ufficiale in Italia. Per tutti i praticanti è un momento molto delicato. La sensazione che tutti hanno è quella di passare da una “famiglia” ad una organizzazione certamente più importante e organizzata ma, al tempo stesso, più fredda e informale, però la nave va nella direzione giusta.

Nel 1982 la FIKDA si trasforma nella FIKTEDA (Federazione Karate Taekwondo e discipline associate) ed è associata alla FILPJ. Al Congresso di Berlino del 1985 il CIO vota a favore dell’introduzione del Taekwondo tra le discipline a carattere dimostrativo e fissa il debutto proprio in Corea, dove nel 1988 sono in programma i Giochi di Seoul. E’ un colpo grosso, una promozione importantissima sebbene ancora si parli di sport dimostrativo e non ufficiale. Una promozione su cui molti non avrebbero scommesso, soprattutto tra gli addetti ai lavori di alcune discipline “concorrenti”. Il Presidente della FILPJ decide di dare un “segnale” ed appoggia la mia candidatura a Presidente della FIKTEDA. E’ il momento in cui il settore Karate si spacca in due: da una parte molti appoggiavano la decisione della FILPJ, dall’altra c’era però chi preferiva un personaggio del mondo del Karate. Dopo un breve periodo di contrasti ed alterne vicende, risulta indispensabile la creazione della Federazione Italiana Taekwondo (FITA) a cui, dopo poco tempo, decide di aderire persino una corrente modernista del Karate. Dalla nuova unione nasce la FITAK, di cui io rimango Presidente.

I due settori nel corso degli anni crescono notevolmente, sia sul piano della qualità che sul quello della quantità. Si arriva così agli sviluppi più recenti.

Ed eccoci alla storia contemporanea. In campo internazionale il Taekwondo viene considerato l’astro nascente degli sport moderni e in pochi anni conquista una posizione non più marginale. Il Taekwondo partecipa anche alle XXV Olimpiadi di Barcellona ’92 ancora nel programma dimostrativo. Ma la crescita a livello internazionale si fa sempre più rapida e importante tanto da arrivare alla definitiva promozione del 1994: al Congresso di Parigi il CIO vota il Taekwondo come sport ufficiale, con il debutto annunciato per le Olimpiadi di Sydney 2000. E’ un premio che arriva dopo tanti anni fatti di piccoli passi e grandi sacrifici, è la realizzazione del sogno di milioni di praticanti e dirigenti, è la speranza per tanti atleti che potranno dire “ Io c’ero ! ”. Per l’Italia, così come per altre nazioni, è una grossa occasione, sia sul piano sportivo che su quello strutturale. E’ evidente a questo punto la necessità di creare una struttura organizzativa più snella e indipendente, una Federazione solo per il Taekwondo. D’altra parte in tutti i paesi del mondo i Comitati Olimpici Nazionali hanno formato delle Federazioni indipendenti di Taekwondo. Quando il settore Karate decide di entrare nella FILPJ e di formare un quarto settore al suo interno, il Taekwondo chiede ed ottiene dal CONI di rimanere da solo e di formare una Federazione Associata direttamente al Comitato Olimpico Nazionale. Nasce la FITA.

Gli ultimi avvenimenti sono recenti. A dicembre 2000 il CIO conferma il Taekwondo nei Giochi Olimpici di Atene e sempre a dicembre 2000 il CONI riconosce la FITA ai fini sportivi come Federazione Sportiva Nazionale. Nel mese di luglio 2001 arriva l’inserimento della FITA nel registro delle persone giuridiche e ad agosto 2001 partecipo per la prima volta con diritto di voto al Consiglio Nazionale del CONI.

Oggi il Taekwondo è in grande crescita organizzativa e numerica. In pochi anni abbiamo quasi raddoppiato i tesserati superando il traguardo dei 23.000 nella stagione appena conclusa, con più di 500 tra Società Affiliate e Distacchi.

Gli Insegnanti Tecnici e gli Ufficiali di Gara sfiorano il migliaio, i risultati agonistici premiano il lavoro di tutto il nostro movimento, dallo Staff Tecnico Federale all’ultima piccola palestra in qualche zona solitaria del nostro Paese. A voi ora il compito, come Allenatori e futuri Insegnanti, di aiutare la FITA a compiere un ulteriore passo in avanti, portando il vostro entusiasmo giovanile e la vostra immediata capacità di adattarsi al nuovo che avanza.

Quindi, oltre a dirvi in bocca al lupo per la vostra attività, desidero ringraziarvi fin da ora per tutto quello che farete e costruirete!

Gran Maestro Sun Jae Park

fonte: www.wikipedia.org

fonte: www.taekwondoitalia.it

Foto Storica

Generale Choi Hong-Hi, padre-fondatore del Taekwondo

Foto Storica

Park Sun Jae, fondatore del Taekwondo in Italia